Patrimonio documentario presentato dalla Repubblica islamica dell’Iran di cui è stata richiesta l’inclusione nel Registro della memoria del mondo nel 2009.
Questa raccolta comprende 69.000 pagine che coprono il periodo 1589 d.C.-1735 d.C. (calendario lunare 1000-1148) e si riferiscono ad una vasta area geografica che comprende l’Iran, in particolare la provincia di Khorasan, e l’Afghanistan.
Contiene informazioni su questioni amministrative, sociali, economiche, agricole, religiose e di altro tipo che forniscono al lettore un’immagine della Mashhad nella provincia di Khorasan e la condizione della vita sociale nell’era di Safavidi.
Astan-e Qods-e Razavi è una grande istituzione religiosa, culturale ed economica fondata sulle dotazioni (Waqf) al santuario dell’ottavo leader sciita, l’Imam Reza (calendario lunare 764–818). L’istituto, che si trova nella città iraniana orientale di Mashhad, ha più di 1.100 anni con una lunga storia di conservazione dei registri.
Le dotazioni di questa tenuta benefica si estendevano dalla Persia orientale all’attuale Afghanistan. Questa proprietà era così importante per Mashhad che, nell’era di Safavidi (1501–1722), Motevalli, il Capo della tenuta, era anche il Viceré della zona.
Questa grande tenuta religiosa è ancora oggi operativa, con una forza lavoro di oltre 1.000 persone. Supporta, come ha sempre fatto, due università, un ospedale e una scuola religiosa, tutte raggruppate attorno a un grande santuario. Il suo archivio contiene 6 milioni di documenti, di cui 69.000 pagine sono state attribuite all’era di Safavidi.
Prodotte tra il 1589 e il 1735, descrivono gli sviluppi culturali, sociali, economici, politici e militari nella provincia di Khorasan e riflettono anche i dettagli della vita delle persone, le loro abitudini alimentari, le loro occupazioni, i loro prodotti, l‘abbigliamento, l’agricoltura e l’allevamento, nonché i disastri naturali come inondazioni, terremoti, siccità ed epidemie. Grazie a questi documenti sono stati inoltre scoperti nomi e informazioni su città, villaggi, quartieri, edifici, qanat, giardini e altre costruzioni.
La maggior parte dei documenti safavidi provenienti da altri archivi sono andati persi: queste 69.000 pagine tramandano la storia sociale e l’antropologia della provincia.
Questa tenuta e il suo archivio mostrano più dettagliatamente di qualsiasi altra fonte il funzionamento di un’importante proprietà benefica musulmana, e come tale, ha un valore culturale e storico mondiale.