Viaggio in Iran, I

Viaggio in Iran, I

 

Dopo l’esperienza del nostro viaggio in Iran, provo a raccogliere alcune considerazioni e ad esprimerle condividendole con il gruppo, senza entrare nella cronaca puntuale dei luoghi visitati che Massoud, il nostro nuovo amico, ci ha fatto comprendere ed amare.

Custode di culture antichissime, culla di usanze, leggende e tradizioni, l’Iran appare come un caleidoscopio di umanità, che non si lascia catturare da uno sguardo superficiale, né tantomeno dal pregiudizio. Paese capace di mettere in discussione tanti preconcetti, che fa scoprire i colori e le sfumature dell’arte nella vita di tutti i giorni. Conoscerne anche solo una parte è stato il primo passo per capire meglio l’anima profonda di una terra che può riassumere in sé l’universo.                                                                                                                         E’ uno di quei luoghi che conquistano un posto definitivo nella stanza dei ricordi e riempiono i sensi di dolcezza.  Iran Ha un carisma che nasce dalle alchimìe fra la bellezza ipnotica delle moschee, dei giardini, dei bazar con i loro colori e le loro geometrie, ed il carattere inaspettatamente così gentile e ospitale delle sue genti. Tradizioni antichissime che si perdono nei meandri della storia, ognuna delle quali ha lasciato tracce ben visibili, fino a luoghi più remoti come l’India dove il Taj Mahal, una delle sette nuove meraviglie del mondo, splendido esempio di architettura… persiana fu fatto costruire dallo Shah Jahan in memoria della moglie tanto amata, elevato dalla storia e dalla leggenda a simbolo dell’amore che non muore mai. Non solo, ma in India trova posto anche l’atmosfera intensa e raccolta delle Torri del Silenzio, luogo di culto dei morti per gli Zoroastriani, da noi percorso a Yazd con rispetto (e con un po’ di fatica) e quasi in punta di piedi, a ricordarci la caducità della vita terrena. Ai piedi di queste colline battute incessantemente dal vento sorgevano antichi lazzaretti dove i cadaveri rimanevano in attesa del rito funebre, non potendo, secondo le regole religiose, contaminare gli elementi della natura. Venivano così affidati agli stessi elementi della natura: al sole cocente, all’aria e infine agli uccelli od altri animali selvatici a concludere un ciclo di nascita e di morte.       

Viaggio in Iran, I

Iran: il Paese del leone e della spada, forte e coraggioso, mostra  il suo dolore nelle effigi dei “martiri” che popolano piazze e bazar, ma anche la sua speranza. Un dolore sedimentato da guerre e lutti, dove il ricordo del massacro di centinaia di migliaia di ragazzi e adolescenti è ancora vivo. Così come il dolore e le atroci sofferenze provocate dalle armi chimiche. Il ricordo delle sirene che annunciavano, come accade in tutte le maledette guerre dell’umanità, l’arrivo dei bombardieri sulle città, così ben espresso da Masoud nella sua commossa rievocazione infantile.  Poi la speranza di tantissimi giovani (il 42% della popolazione ha meno di 25 anni!), toccata con mano ad ogni angolo di strada, espressione più viva di una Nazione  che non si può definire “qualunque”. Una Nazione cerniera fra il mondo arabo, Asia Centrale e India, terra di deserti infuocati e oasi rigogliose di acque e di giardini, dove più di 80 milioni di persone vivono, in modo più o meno “contemporaneo”, secondo i dettami del credo sciita, all’interno di un mosaico etnico in cui poco più del 50% è di origine persiana, cioè indoeuropea, in convivenza con Curdi, Azeri, Arabi, Turkmeni, nomadi Bakhtiari, ecc… E tutti gli Sciiti rispettano il culto delle religioni minoritarie presenti in Iran: Zoroastriani, Ebrei, Cristiani armeni, Sunniti. Peraltro tutte le religioni monoteiste, Cristianesimo, Islam ed Ebraismo, hanno un credo comune poiché attribuiscono un ruolo importante ad Abramo, Isacco e Ismaele, a ricordarci che  non esistono distanze religiose abissali fra i popoli. E possiamo riflettere anche sulla antica fede zoroastriana nella resurrezione quando il corpo si ricongiunge con l’anima nel giorno del giudizio, e i morti sono giudicati in base alle loro opere in vita. Questa concezione ha influenzato certamente la visione cristiana della resurrezione. Peraltro influenze e contaminazioni reciproche fra il mondo della Bibbia e quello persiano sono ben note agli studiosi di questa materia.

Appena atterrati a Teheran si ha subito l’impressione della modernità che tenta di avanzare in modo un po’ caotico, con l’ inquinamento prodotto da 17 milioni di persone; dove da nord a sud della metropoli passa lo stato sociale  e il benessere degli abitanti, nel senso che a sud si notano le più povere periferie inglobate progressivamente nel tempo e a nord la ricchezza è più palpabile, nonostante l’inflazione alle stelle e l’embargo. E’ soprattutto nella capitale e nelle altre grandi città dove si gioca la lotta fra sacro e profano: sorrisi di splendide fanciulle truccate e con veli colorati appena appoggiati sulla nuca, qualcuna in jeans con la caviglia scoperta e tatuata. Ma anche sorrisi di donne in chador nero. Persino di Imam felici e onorati di farsi fotografare insieme agli ospiti stranieri . Ragazze  che usano gli smart-phones con dimestichezza, ragazzi vestiti e pettinati alla moda occidentale, studenti  (molti sono i laureati ) che frequentano Internet Centers e pub, uomini e donne stipati in auto strombazzanti e inquinanti che intasano strade e piazze della grande metropoli. Fast-food “persian style”, hotels 4 e 5 stelle lusso, giovani che parlano perfettamente l’inglese, ragazze che si sottopongono con ostentazione ad interventi di chirurgia estetica.

Tiziano Ferretti 


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