Creazione di pane piatto
La cultura della produzione e condivisione del “pane piatto” nelle comunità dell’Azerbaigian, Iran, Kazakistan, Kirghizistan e Turchia ricopre anche delle rilevanti funzioni sociali per cui la tradizione risulta tuttora largamente perpetuata e praticata.
Fare il pane (lavash, katyrma, jupka o yufka) coinvolge almeno tre persone, spesso membri della famiglia, ciascuno con un preciso ruolo nella sua preparazione e cottura. Nelle aree rurali anche i vicini partecipano alle fasi della panificazione che diventa un’attività corale.
Nelle città e nei centri più urbani ci sono panifici che sfornano il pane piatto cuocendolo utilizzando un tandyr / tanūr (un forno di terra o di pietra nel terreno), il sāj (una piastra di metallo) o un kazan (un calderone).
Il pane piatto figura non solo nei pasti quotidiani ma viene condiviso soprattutto in occasioni particolari e rituali come matrimoni, nascite, funerali, festività varie e durante le preghiere. In Azerbaigian e in Iran è posto sulle spalle della sposa o sbriciolato sopra la sua testa per augurare prosperità alla coppia, mentre in Turchia viene donato ai testimoni della coppia.
Ai funerali in Kazakistan si ritiene che il pane debba essere preparato per proteggere il defunto che attende il responso di Dio mentre in Kirghizistan la condivisione del pane è in funzione di riservare un destino benevolo al defunto dopo la morte.
La pratica, trasmessa in famiglia da una generazione all’altra o, tra i fornai, dal maestro all’apprendista, esprime ospitalità e solidarietà poggiandosi su credenze, riti e simboli che affondando in comuni radici culturali rafforzando l’appartenenza alla comunità.
Nel 2016 la cultura della produzione e della condivisione del pane piatto è stata iscritta nella Lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.
Se hai intenzione di programmare un viaggio in Iran, ti consigliamo di provare tutti i tipi di pane persiano.